C’è una frase di un amico che mi è entrata in testa come un “chiodo fisso”:
L’energia elettrica è come l’aria, ci rendiamo conto della sua importanza solo quando manca.
La respirazione è un automatismo, respiriamo senza rendercene conto e soprattutto non misuriamo quanto ossigeno inspiriamo.
Ma l’ossigeno è fondamentale perché dalla respirazione deriva la nostra sopravvivenza.
Pensandoci bene, l’energia è uno dei pochi beni, materiali o immateriali, che utilizziamo e consumiamo in modo automatico, quasi senza rendercene conto.
Al pari di acqua, gas, telefonia, connettività e carburanti (in parte).
Caricare l’iPhone è un’azione consapevole, consumare l’energia necessaria a ricaricare l’iPhone è un’azione del tutto inconsapevole. Usare l’iPhone per navigare online è un’azione consapevole, consumare dati (oramai) è un’azione inconsapevole.
Così come accendere la luce o tenere al fresco i cibi in frigo.
Da oltre mezzo secolo diamo per scontato che l’energia c’è e ci sarà sempre.
C’è, ci sarà sempre e ad un prezzo contenuto, congruo, normale.
Eppure questa crisi energetica ha portato due novità nella nostra nuova normalità:
- Non è proprio così tanto scontato che l’energia ci sarà sempre.
- Se ci sarà, potrà avere un prezzo da bene di lusso.
Come abbiamo visto in una precedente puntata del Bollettone di guerra, ci siamo già abituati alla nuova normalità che solo pochi mesi prima sembrava irrealizzabile.
Era impensabile immaginare di accettare un costo dell’energia a 200 €/MWh quando il prezzo era di 50-60. Eppure è ciò che è successo.
Ora, immaginiamo per un attimo di dover pagare l’aria che respiriamo.
Sarebbe impossibile sopravvivere, anche per l’uomo più ricco del pianeta.
Se l’energia costasse come un bene di lusso allora l’intera economia si fermerebbe, il povero prima, il ricco poco dopo.
Abbiamo visto come le conseguenze della crisi energetica colpiranno l’intero tessuto sociale ed economico del Paese, forse del mondo, anche più della pandemia.
Ripeto: se si ferma l’economia, si ferma l’intero tessuto sociale, esagerando, si ferma il mondo.
Le conseguenze del bollettone di guerra su famiglie e imprese sono già devastanti e continueranno ad esserlo nella totale inconsapevolezza.
Si perché così come sarebbe impossibile smettere di respirare, pur sapendo che l’ossigeno avrebbe un costo, allo stesso modo decenni di azioni automatiche (abitudini potremmo dire) sono impossibili da eliminare in pochi mesi.
Il panettiere si alza al mattino sapendo di dover fare il pane, costi quel che costi.
Tanto la bolletta arriverà, scadrà, il fornitore mi invierà la messa in mora, passerà tempo, io cambierò fornitore e il giro ricomincia.
Debiti su debiti accumulati.
In questo scenario mi chiedo…
E se l’energia fosse prepagata? Cosa sarebbe accaduto?
Ho sempre creduto nell’energia ricaricabile e nel prepagato, come soluzione al caos del settore energetico. Oggi non ho cambiato idea ma ho preso consapevolezza di come, in un mondo ideale 100% prepagato, la crisi sociale sarebbe stata molto, molto, molto più accentuata.
Certo, il tema dell’insolvenza resta il vero cancro del settore energetico (ne parleremo in una prossima puntata del Bollettone di guerra) ma è ovvio che la formula prepagata non è, in questo momento, una soluzione percorribile.
E allora quale deve essere la linea guida strategica della comunicazione istituzionale verso imprese e famiglie? Cosa dobbiamo imparare da questa crisi energetica? Quale azione concreta dobbiamo attuare per essere consumatori migliori una volta usciti dal tunnel?
Pochi giorni fa ha vinto le elezioni Giorgia Meloni o meglio ha stravinto le elezioni Giorgia Meloni e il centrodestra (a traino). Ho letto il suo programma elettorale, così come quello di tutti i partiti e devo dire che nella sezione energia non ci sono molte divergenze.
I programmi sono tutti uguali se non con qualche piccola differenza legata al Nucleare.
Anche del programma energetico di Giorgia, ne parleremo in una prossima puntata del Bollettone di guerra.
Ciò che mi interessa segnalare, oggi, è che tutti i programmi indicano come soluzione un aumento della produzione di energia, meglio se da rinnovabili. Pochi parlano di riqualificazione energetica.
Nessuno, e dico nessuno, chiama il suo popolo a prendere consapevolezza dell’energia che consuma.
Ecco, oggi per aiutare famiglie e imprese ad affrontare questa drammatica crisi energetica, il vero tema è sensibilizzare ogni singola persona a comprendere quanto (e come) consuma.
Nella mia incoerente follia, ho sempre immaginato un futuro in cui ognuno di noi è un POD o meglio, ha l’obbligo di tracciare il suo consumo ovunque vada.
Dall’impronta ecologica all’impronta energetica, ma questo è un altro argomento.
Per essere più pratici e concreti, è necessario lavorare sulla consapevolezza dei consumi.
Abbiamo gli strumenti? SI.
Esistono i nuovi contatori 2G che raccolgono e comunicano i dati di consumo ogni 15 minuti.
Il dato c’è, è nella disponibilità di tutti i fornitori di energia, eppure nessuno li mette a disposizione dei propri clienti.
Ma per combattere il caro bollette, conoscere i propri consumi quotidiani è quasi un obbligo!
Quante sono le società di energia che forniscono ai clienti il dato di consumo quotidiano?
3….2….1…..biiiip.
Al momento, che io sappia, solo Revoluce ed Enel (per un’offerta dedicata), avvisami e correggimi se sai di qualche società che li mette a disposizione 😀
C’è chi come NeN ha provato a veicolare strumenti esterni per l’analisi dei consumi real-time.
E ci sono diverse società che propongono smart meter o contatori intelligenti da installare in casa, anche con formule plug & play molto innovative.
Perché tra i mille obblighi normativi cui deve sottostare un fornitore di energia non ne aggiungiamo uno semplice e chiaro:
“Ogni fornitore di energia deve rendere disponibile, ove presente e su richiesta del cliente, il dato di consumo quotidiano.”
O ancora meglio, se non vogliamo rendere più complessa la vita dei fornitori di energia, perché non rendere disponibile i consumi quotidiani sul portale di ARERA e Acquirente Unico?
In una qualsiasi famiglia, quando c’è da rivedere le spese il processo è:
- Definiamo la quantità: quante volte andiamo a cena fuori?
- Definiamo la qualità: quanto spendiamo ogni volta che andiamo a cena fuori?
- Definiamo il perché: è proprio necessario andare a cena fuori?
In base alla risposte che ci diamo formuliamo una nuova policy con delle nuove regole.
Perché per l’energia elettrica non accade lo stesso?
Oltre alla quantità di kWh consumati è fondamentale comprendere la qualità del consumo, il modo in cui usiamo l’energia.
Con i consumi quotidiani aggregati in quartorari ciò è sicuramente possibile.
Non mi soffermo sui vantaggi di avere tali informazioni e soprattutto su cosa si può fare una volta in possesso dei propri dati di consumo con un così alto livello di dettaglio.
Andiamo al succo.
Si possono modificare delle abitudini di consumo familiare?
Forse no.
Pur modificando le abitudini di consumo, la riduzione avrebbe un impatto significativo sulla bolletta a fine mese?
Forse no.
Ma la consapevolezza aiuta a prendere decisioni più sagge nella gestione del bilancio familiare.
Se, ad esempio, mi rendo conto che nella settimana appena trascorsa ho consumato più energia di quella prevista e che ho speso 10 € in più allora, probabilmente, posso decidere di non andare a cena fuori nel WE o comunque di non andare nel ristorante più figo o comunque di scegliere una portata che costa meno.
Dalle crisi, si esce anche attraverso le privazioni.
Qui dobbiamo decidere se vogliamo privarci di un bene essenziale come l’energia o di beni non essenziali, come la cena fuori?
E se pagassimo l’aria che respiriamo?
Ossigeno o cena fuori?
That’s it.
Disclaimer
"Bollettone di guerra" è un momento di riflessione personale sulla crisi energetica. Le analisi che troverai in questi articoli non sono di un esperto tecnico del settore, non lo sono mai stato e non credo di poterlo essere ora. Qui troverai il punto di vista di una persona innamorata dell'energia che cerca, sempre, di avere una visione del futuro. Errori e inesattezze dimostrano che ho studiato male e quindi le valutazioni che derivano da tali errori sono di fatto sbagliate. Ti prego di correggermi e se puoi, di capirmi.